KOAN E DADA DADA E KOAN
“Tutte le cose tornano all'uno, ma quest'uno dove ritorna” diventa “Dio ha fatto tutte le cose ma chi ha fatto Dio.
Dopo aver detto la parola con la bocca chiusa abbiamo bussato al cielo e ascoltato il suono.
Percezione, riflessione e illuminazione sono il dono del Koan che ci consente di superare i limiti della logica e della ragione eccitando l'avvicinamento intuitivo al reale.
Così è per il mio Dada narrativo.


PASSEGGIATA CON KLEE
.Spagnoli ci presenta una fase della sua vicenda creativa nella quale la vita di Paul Klee ha il valore che per un devoto pittore avevano i santi, per un impressionista le ninfee. Con la coscienza di essere stato sfiorato, un attimo, dall'ala argentea dell'”angelo nuovo”, di essere rimasto tramortito e posseduto. E così di esistere in questo finire di secolo e di millennio, funestato dai lugubri annunciatori, non di una nuova arte, ma della morte dell'arte


MU come MOSTRO
Mario Lavagetto La regressione della specie, 1971 …I mostri partecipano anche a una vita sociale esercitano professioni, ricoprono ruoli che impongono una veste alla loro nudità: una divisa che è sempre rigorosa classificazione sociale, simbolo del potere sì sulla loro pelle opaca gli inchiostri depongono il colore sontuoso delle tonache o delle marsine, delle giacche rigide e delle camicie impeccabili. Se poi Spagnoli attribuisce ai suoi personaggi anche l'onere di un'azione, se li rappresenta nell'esercizio delle loro funzioni, se li mette al lavoro, allora la divaricazione tra la quotidianità del gesto e il suo protagonista determina una rottura, le immagini partecipano a una regime ibrido che ne precisa paradossalmente il senso: non esiste nessun possibile contatto tra l'azione e chi la compie: il confine della più completa estraneità divide l'atto funzionale, che detiene una propria realtà compatta, e l'essere inebetito che se ne appropria momentaneamente. I mostri sono, a partire da questo momento, prodotti sociali, appaiono come “figure” della falsa coscienza: interpreti di un mondo “degradato”, di una vita dove ogni relazione autentica con l'aspetto qualitativo degli oggetti e degli esseri tende a scomparire, tanto nelle relazioni tra gli uomini e le cose quanto nelle relazioni intersoggettive. Basta guardare il ciclo delle stagioni dove i suggerimenti dell'iconografia romanica vengono stravolti dentro una mostruosità che non è deviazione della norma, ma la lettura rigorosa della norma: e la natura si presenta come altro dal lavoro, qualcosa che esclude i protagonisti, semplice elemento decorativo (come i gigli della primavera) o organismo alienato e feroce, costruito con materiali sintetici (il grano dell'estate). La reificazione assume ruolo di un demiurgo coerente e sistematico che ha creato il proprio “popolo” secondo un programma rigoroso, trasformando gli abitatori della terra in una serie di ideogrammi che la declamano instancabilmente.


FLATLANDIA
Flatlandia come vaccino anti-morandiano.
Tutto si svolge sul piano orizzontale. Le forme appaiono immutabili come le bottiglie imbalsamate di Morandi.
Ma si muovono secondo schemi e ritmi socialmente utili.
I GUERRIERI DELL' ACQUARIO
“Tutte le cose tornano all'uno, ma quest'uno dove ritorna” diventa “Dio ha fatto tutte le cose ma chi ha fatto Dio.
Dopo aver detto la parola con la bocca chiusa abbiamo bussato al cielo e ascoltato il suono.
Percezione, riflessione e illuminazione sono il dono del Koan che ci consente di superare i limiti della logica e della ragione eccitando l'avvicinamento intuitivo al reale.
Così è per il mio Dada narrativo.


EX VOTO

Depero afferma che l’artista è chimico, fisico, architetto, soldato e pazzoide e che l’arte dell’avvenire sarà potenzialmente pubblicitaria. Affascinato dalle proposizioni del futurista, mi sono imposto, da anni, la realizzazione di una sua biografia infantile.
Il mio terribile Fortunato prende a calci gli alberi di Natale, spia le cuginette ignude nel bagno, mette pantegane defunte nei confessionali, perseguita i compagni di classe rachitici.
Sono arrivato a superare cento tavole crudeli che dipingo solitamente nei giorni di feste nazionali.